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In prova il robot intelligente per la pulizia della casa Roborock Qrevo Master

Sono molti anni che i robot aspirapolvere dal design circolare girano nelle nostre case: rispetto ai primi modelli, semplici aspirapolvere che giravano più o meno a caso in giro per una singola stanza, le nuove versioni hanno aggiunto sempre più funzionalità, dalla capacità di lavare i pavimenti con l’acqua, a tecniche di attraversamento della stanza più intelligenti, fino ad integrare dei modelli di intelligenza artificiale capaci di dare contezza dell’ambiente ai robot.

qrevo master
Il robot ha due pulsanti di controllo: accensione e ritorno alla base; si vede il LiDAR che, insieme alla telecamera frontale, è in grado di distinguere gli spazi e cambiare la modalità di pulizia quando ad esempio dal parquet si passa al tappeto.

Abbiamo provato il nuovo Roborock Qrevo Master (venduto a 1.299,00 €, Roborock Qrevo MaxV è disponibile per l’acquisto su Mediaworld.it e negli store MediaWorld a partire da oggi, con un prezzo di vendita consigliato di 999€.), robot pulisci pavimenti automatico dotato di caratteristiche veramente peculiari capaci di gestire una pulizia costante e programmata della propria abitazione. Si tratta di un robot circolare con diametro di circa 35 centimetri, capace di aspirare con una energia pari a 10.000 Pascal supportata da due spazzole dotate di scanalature che aiutano a far convogliare la polvere e lo sporco dove l’aspirazione è più efficace; una spazzola frontale rotante è installata in un braccio semovente e permette di raggiungere efficacemente anche gli angoli, pulendo a fondo. In coda il robot incorpora poi due panni umidificati automaticamente per pulire piastrelle e parquet, completando così una pulizia che permette di togliere lo sporco di ogni tipo dal pavimento e lasciare una sensazione di fresco.

Sotto il robot si presenta così, con spazzole e panni rotanti, e il blocco di aspirazione centrale.

qrevo master
Particolare delle spazzole aspiranti: grazie alla loro forma, coinvogliano lo sporco all’interno del blocco di suzione per consentirne la rimozione più efficace. Come tutti i componenti pulenti del robot, anche queste spazzole vengono sollevate dal robot nei momenti in cui decide che non ne sia indicato l’utilizzo.

Sia le spazzole che i panni vengono sollevati da parte del robot automaticamente in modo da gestire le diverse superfici: così i tappeti vengono solo aspirati, mentre nel ritorno alla base il Qrevo Master ritrae tutto per evitare di sporcare nuovamente dove passa; tutto questo è gestito dal suo sistema operativo, che permette anche di avviare cicli di sola aspirazione o sola pulizia ad acqua.

Roborock Qrevo Master
Particolare dei panni, agganciati magneticamente al robot e così in grado di sganciarsi nel caso si ritrovino ingarbugliati in qualcosa di inatteso; uno dei due moci può venir estruso dal robot per meglio pulire ogni angolo.

qrevo master
La spazzola laterale, installata su un braccio mobile che ne permette il posizionamento fine negli angoli e nelle fessure laterali.

Il robot viene fornito insieme alla sua stazione di ricarica, una base multifunzionale che gestisce il caricamento delle batterie interne, lo scarico della polvere, il ricambio dell’acqua e la pulizia dei moci. La base è dello stesso colore del robot, venduto nella variante bianca come nella nostra prova o nera, ed è alta poco più di mezzo metro; ospita il robot quando non è in uso e si prende cura della sua pulizia. Per la sanitizzazione dei moci fa uso di due spazzole rotanti che spruzzano acqua calda a circa 60° e al contempo svolgono un’azione meccanica di pulizia, alla quale segue l’asciugatura mediante aria calda a 45°, così da debellare la maggior parte dei batteri.

 

Particolare della stazione di ricarica del Qrevo Master, dove possiamo notare il sistema per il lavaggio ad acqua con successiva asciugatura ad aria calda dei panni, e il sacchetto contenitore dello sporco.

Due sono i serbatoi per l’acqua: uno va riempito con acqua pulita, che viene usata sia dal robot sia dalla base, per poi riporre quella sporca nel secondo serbatoio. Nella nostra prova abbiamo fatto un uso importante del prodotto, pulendo più volte le stesse stanze per provare ogni algoritmo, e anche così facendo non abbiamo dovuto gestire i serbatoi per tutta la prima settimana: un uso più tradizionale probabilmente permette di allungare ancora di più il tempo senza attività di gestione, avendo il robot una gestione oculata del consumo dell’acqua. La base contiene anche un sacchetto per raccogliere lo sporco raccolto dal robot, con una capienza che può arrivare anche a 7 settimane prima di doversene occupare.

Metà dello spazio interno della stazione di ricarica ospita i due contenitori, quello per l’acqua pulita e quello dove confluirà quella sporca. Le maniglie rendono facile portare i contenitori al lavandino, potendo così riempirli e pulirli.

 

Meno fotogenico, ma indicativo del buon lavoro che effettua il robot, è lo stato del contenitore dell’acqua sporca: non si nota chiaramente dalla foto, ma assieme all’acqua è pieno anche di polveri che la sola aspirazione non avrebbe rimosso efficacemente.

Il modello Qrevo Master è dotato di una telecamera e di un laser LiDAR, capaci di mappare gli ambienti in cui può girare il robot e, contemporaneamente, identificare ostacoli temporanei e gli animali domestici, evitandoli. Al primo utilizzo il prodotto si è offerto di esplorare l’intera casa: gli abbiamo lasciato le porte aperte, non avendo modo di gestirle, e ha girato per tutto l’appartamento identificando i muri e alcuni dei mobili principali, come i letti e il divano. La mappa disegnata è molto precisa e grazie all’app (disponibile gratuitamente per iOS e Android) abbiamo potuto separarla in stanze, identificandole con un nome, come ad esempio Bagno o Cucina. Insieme ai muri il robot nella sua esplorazione ha identificato anche il tipo di pavimento e i tappeti, impostazione che abbiamo poi potuto verificare e affinare per ogni ambiente, permettendo di scegliere così al suo algoritmo il modo migliore per effettuare la pulizia in base al tipo di materiale identificato. L’app permette di gestire alcune finezze, come ad esempio richiedere al Qrevo Master di seguire l’andamento delle listarelle del parquet in modo da migliorare l’effetto pulente.

La mappa viene disegnata automaticamente dal robot, rilevando muri e mobili durante un giro di ricognizione che viene effettuato alla prima installazione e che può essere richiamato nuovamente su necessità; durante le nostre prove il robot si è accorto di alcune modifiche importanti a una sala e ci ha suggerito di effettuarne nuovamente la scansione.

Dall’app abbiamo poi avviato pulizie per stanze singole o raggruppate, per zone, e abbiamo ideato alcuni cicli composti da più stanze: questi sono poi pianificabili in modo regolare, così che il robot possa prendersi cura della casa autonomamente, senza alcun intervento di gestione. L’app suggerisce dei flussi di lavoro specifici, ad esempio la pulizia approfondita per il weekend, che richiede più tempo ma che offre risultati migliori, o l’opzione per riportare cucina e sala da pranzo in ordine, almeno dal punto di vista dei pavimenti, dopo ogni pasto. Unica pecca: il robot non mette i piatti in lavastoviglie, purtroppo!

Il robot è in grado di rilevare i mobili più comuni e posizionarli correttamente nella mappa: dall’applicazione per smartphone possiamo poi integrare le informazioni aggiungendo altri oggetti di arredamento. I quadratini neri che popolano la mappa sono gambe di poltrone, sotto le quali riesce comunque a passare.

Nei cicli di pulizia più lunghi, composti ad esempio da varie stanze o dall’intera casa, il Qrevo Master torna ogni tanto alla sua base per scaricare lo sporco e pulire i panni di lavaggio, garantendo così una pulizia sempre ottimale: il tutto viene gestito autonomamente, grazie ai sistemi di AI a bordo. Dall’app si possono seguire i movimenti che fa nei vari ambienti in tempo reale e, se attivata, si può usare la telecamera per visualizzare quello che vede il robot dal suo punto di vista, ottenendo così una ronda di sicurezza personalizzata. La ronda può essere anche pianificata su un percorso studiato per permetterci di tenere sotto controllo i punti critici della nostra abitazione in nostra assenza, fotografando eventuali ostacoli inattesi. Non possiamo dire che il prodotto sia un antifurto completo, ma poter spostare una telecamera in giro per tutta la casa è un buon modo per tranquillizzare le persone più ansiose e rispondere agli eventi di altri sensori facilmente reperibili sul mercato, come un rilevatore di presenza.

Durante un percorso di pulizia il robot ha trovato una pantofola abbandonata in mezzo al suo percorso, identificandola correttamente ed evitandola.

Il Qrevo Master integra a bordo un sistema di riconoscimento vocale, funzionante anche offline, con il quale si può interagire anche in italiano. Basta invocare il robot con Hello Rocky per sentire la sua voce che ci chiede come può aiutarci: possiamo chiedergli di pulire una stanza specifica, avviare un ciclo di sola aspirazione, o anche indicargli un generico “pulisci qui” che farà si che il robot ci cerchi e, una volta identificati, ci chieda di spostarci momentaneamente e pulisca a fondo la zona nella quale eravamo; può sembrare una funzione demo, ma l’abbiamo trovata utile per quei piccoli incidenti domestici, come quando cadono le briciole di pane sotto al tavolo o si apre il serbatoio del  temperamatite, rovesciando a terra tutto il suo contenuto. Se il suo riconoscimento vocale non bastasse, è previsto il collegamento con Alexa, Google Home/Assistant e Siri, comprendendo così i servizi di fatto più diffusi nel nostro paese.

Nelle nostre prove siamo rimasti felicemente sorpresi dalla qualità della pulizia dei pavimenti al suo passaggio, contando anche il fatto che il robot fa uso solo dell’aspirazione e dell’acqua per ottenere i suoi risultati, senza detersivi particolari. La tecnologia FlexiArm, ovvero la capacità della spazzola laterale e di uno dei due moci di avvicinarsi negli angoli e ai bordi, ha fatto sì che la pulizia raggiungesse ogni punto, anche quelli più angusti; abbiamo rilevato solo la difficoltà oggettiva nell’entrare in spazi più piccoli della larghezza del robot come ad esempio lo spazio dietro ai sanitari, dove come previsto non può operare. Il rilevamento degli spazi è veramente ottimale, così come quello dei mobili principali e degli ostacoli temporanei: scarpe, libri e giocattoli, ad esempio. Sotto alla scrivania dove lavoriamo ha saputo evitare bene la presa multipla, mentre nei primi giri si è ingarbugliato nel filo delle cuffie, lasciato lasco per terra: ma si sà che i cavi sono spesso infidi per questo tipo di robot; ci è bastato marcare la zona con i fili come vietata in modo da poter gestire in piena tranquillità anche la pulizia intorno alla scrivania.

L’app permette di impostare, per ogni ciclo di pulizia, come gestire i diversi ostacoli, scegliendo ad esempio se lavare un tappeto, passarci sopra o evitarlo per tutto. Ogni tappeto è diverso e richiede una cura particolare, in questo modo saremo sicuri di preservarli da un uso scorretto.

Il prezzo del prodotto è impegnativo, ma è giustificato dai sistemi di intelligenza artificiale che, unitamente alla telecamera, permettono al Qrevo Master di girare per gli spazi in maniera molto efficace, pulendo a fondo e gestendo, di fatto, tutta l’attività in autonomia. Dopo i primi giorni di esperimenti, dove non abbiamo esitato dal seguirlo in ogni suo movimento, abbiamo imparato ad averlo in giro per casa, fidandoci dei suoi programmi e lasciando che ci tenesse la casa fresca e pulita, senza più pensarci.

Una volta abilitata la possibilità di accedere al flusso video della telecamera, scelta opzionale e spenta al primo utilizzo, possiamo usare il robot per navigare nell’ambiente, comandandolo come un drone a livello terreno e osservando così bene dal suo punto di vista, utile per trovare oggetti perduti sotto al divano.

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